Esperienze Alternative: quattro semi entrano in campo
Protagonisti di una grande metafora, i partecipanti insieme ai quali lavoriamo sono coinvolti in processi di produzione agricola: nelle attività sul campo sperimentano appieno la responsabilità della cura, della pazienza, del tempo, delle attenzioni, del riconoscimento di qualcosa di vivo che nelle condizioni migliori può dare i suoi frutti e, mentre lo fanno, agiscono tutto questo su di sé come se fossero semi. Dando prova delle proprie capacità e restituendo cittadinanza ai propri bisogni. Germogliano piano piano.
Per sua natura, da sempre l’agricoltura sociale investe in pieno coloro che ne prendono parte utilizzando come esempio lo svolgimento di buone pratiche agricole che fanno crescere, cambiare, dare frutto ai semi, cosi come le buone relazioni umane danno la possibilità ai partecipanti di crescere, cambiare, dare frutto.
Perché solo nelle opportune condizioni I frutti possono maturare, e in agricoltura le variabili sono tante. Se piove troppo? Se piove troppo poco? Ci si deve adeguare, senza che ciò rappresenti in assoluto un fattore negativo.
Anche per questo l’agricoltura sociale offre un contesto che non chiede di mutare ma di essere mutato: il letto di semina deve essere preparato per dare la possibilità ai semi di germogliare.
Dal semenzaio al pieno campo, serve un periodo di incubazione nel quale ogni cosa è pensata e realizzata per farli stare al meglio, per consentir loro lo sforzo più grande, quello iniziale. Poi si sarà forti abbastanza per affrontare lo stress del trapianto e la cura costante della scerbatura, fino alla raccolta del frutto, al suo trattamento per alimentare altre relazioni e costruire conoscenze, abilità e competenze.
Il pieno sviluppo della persona
La scommessa della ASL Roma 1 per la riduzione delle liste di attesa per le REMS individua proprio l’agricoltura sociale come ambiente nel quale coltivare abilità e competenze professionali per il pieno sviluppo della persona.
Un gruppo di quattro persone – i semi in campo – che puntano a reinserirsi nella vita sociale partecipa attivamente alla sperimentazione all’interno del progetto svolto da Parsec Agri Cultura nel contesto della strategia di rafforzamento DSM all’interno della Linea “Progetti alternativi alle REMS”.
Lo specifico progetto attuato da Parsec Agri Cultura prevede due attività di “Formazione propedeutica” e “Tutoring professionale on the job”, che sono svolte in alternanza tra teoria e attività di campo, privilegiando, in ogni caso, i metodi di apprendimento esperienziale e di peer tutoring.
Semina accompagnamento e accudimento sino alla raccolta compongono il processo della filiera di produzione, che implica una ciclicità naturale ad alto valore terapeutico nel quale il tema del prendersi cura è centrale.
Le attività in campo aperto si completano con quelle indoor di selezione, preparazione dei prodotti per la vendita anche destinati a gruppi di acquisto, cura degli spazi di lavoro e acquisizione di conoscenze tecniche.
Il progetto porta, inoltre, i partecipanti allo sviluppo di competenze artigianali con una formazione relativa all’essicazione di erbe aromatiche per la preparazione di tisane naturali con prodotti che non rientreranno nei circuiti dell’industria alimentare.
Lavoro, sorrisi, emozioni
Il ruolo dell’Agricoltura sociale
L’Agricoltura sociale è qui colta nel pieno delle sue potenzialità, non solo perché ha importanti funzioni relativamente al territorio, al mondo produttivo e all’inclusione sociale, ma in quanto rappresenta un ambito potenzialmente in grado di operare una trasformazione culturale, agendo nel vivo delle relazioni umane e degli stili di vita.
L’ambito dell’agricoltura sociale recupera, infatti, un mondo antico di grande ricchezza culturale, andando alla radice di un sapere che da sempre ha messo in analogia i processi di cura e salute della terra con la costruzione di valori umani che garantiscano la giusta qualità della vita che oggi i metodi di produzione della postmodernità, col loro carico di individualizzazione dei rapporti sociali e gli attuali stili di consumo, hanno ritenuto semplicemente di superare.
Socialità inclusiva, calibrata sui soggetti più fragili, con caratteristiche sperimentali
Oggi, che di questi modelli saggiamo anche i limiti, la comprensione di una relazione con la natura guidata dalla ricerca dell’armonia attraverso la cura e l’ascolto, l’osservazione e l’interdipendenza, fornisce elementi decisivi a quella ricerca di senso che le comunità umane non hanno smesso di esprimere.
Il mondo contadino è un mondo che, atavicamente, sa costruire cultura e socialità. L’Agricoltura Sociale, in particolare, è un sistema di produzione rurale intessuto di socialità inclusiva, pensato e fortemente ibridato anche dai contesti urbani; si presenta dunque come uno dei settori più generativi e capaci di innovazione, secondo il quale ripensare i confini tra il lavoro sociale e l’adempimento di una prestazione.
In questo senso il progetto mette a fuoco un modello di Rete per lo sviluppo dell’agricoltura sociale, basato sui processi di integrazione di soggetti fragili, e lo sottopone a un percorso sperimentale, vagliando processi e risultati attraverso un’attenta ricerca valutativa che, come in agricoltura, struttura una filiera di senso.
Un modello di welfare tradizionale che fatica
Partendo dalle potenzialità dell’agricoltura sociale, il progetto affronta le dimensioni critiche della disoccupazione, inoccupazione ed esclusione sociale permanente, in un disegno complessivo di sviluppo.
Le tipologie di fragilità individuate, caratterizzate dalla rarefazione e dalla debolezza dei network relazionali individuali e dal latente isolamento sociale, mettono in crisi il modello di welfare che interviene sulle mancanze e spingono all’utilizzo di una chiave di lettura che implica la trasformazione del contesto di vita.
Ciò è particolarmente vero per le strutture denominate REMS (Residenze per l’Esecuzione di Misure di Sicurezza) che non sempre riescono a innescare percorsi il reinserimento in società delle persone ospitate per molteplici motivi, a iniziare dalla sicurezza personale e collettiva, e anche per la difficoltà per gli Enti di accogliere questa tipologia di utenza segnata da un doppio stigma.
Una migliore qualità della vita dei destinatari, e competenze spendibili per l’inserimento lavorativo
Gli obiettivi specifici del progetto attuato da Parsec Agri Cultura, relativi in primo luogo al miglioramento della qualità della vita dei partecipanti si inscrivono nelle finalità proprie dell’Agricoltura Sociale, che declina in un continuum le finalità terapeutico assistenziali e quelle relative all’inserimento socio-lavorativo, offrendo la possibilità di superare i meccanismi che riproducono esclusione lasciando ai margini le categorie sociali più fragili.
In questo senso, si scommette su due fronti: la costruzione di competenze per l’inclusione socio-lavorativa di tutti i destinatari e il loro incontro con la comunità territoriale ritenuto potenzialmente generativo di reciproca crescita.
Per quanto riguarda la strategia di attuazione, i partecipanti seguono percorsi di inclusione configurati all’interno del contesto dell’Agricoltura Sociale, maggiormente centrato al consolidamento di competenze verso un profilo tecnico agricolo.